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27 GENNAIO GIORNO DELLA MEMORIAData: 2010-01-26Autore: Gherush92 Il Giorno della Memoria non può essere solo una ripetitiva rappresentazione delle vittime cui vene richiesto di spiegare il motivo della loro perscuzione. Il Giorno della Memoria dovrebbe essere soprattutto lo studio e il ricordo dei persecutori e delle loro motivazioni e teorie storiche, fino ad oggi. Per questo Gherush92 intende lanciare una campagna dal titolo "dalla Croce alla Shoah" per la raccolta di documenti e informazioni sulle persecuzioni del razzismo cristiano contro ebrei, rom, popoli indigeni, omosessuali, disabili, donne, dissidenti ed eretici. Eccovi un esempio. Angelo Roncalli, nunzio apostolico di Pio XII a Istanbul, il 4 settembre 1943, in piena occupazione nazista, a proposito delle domande che giungevano sempre più pressanti al Vaticano affinché si adoperasse per facilitare l'uscita degli ebrei dal territorio italiano, scriveva al cardinal Maglione, Segretario di Stato, la terribile lettera riportata che rappresentò la condanna a morte per molti ebrei. La storia ci ricorda che la carità della Santa Sede non costituì alcuna speranza per gli ebrei europei e in particolare per quelli del ghetto di Roma che ad un mese dalla lettera di Roncalli furono deportati per finire nei forni crematori nazisti. Sulla base di questo ed altri documenti dovrà essere valutata la responsabilità diretta e indiretta di Roncalli, nunzio apostolico in Turchia, del Cardinale Maglione, Segretario di Stato del Vaticano, e di papa Pacelli detto Pio XII Pontefice e Capo del Vaticano in attività di crimini contro l'umanità per aver condiviso la responsabilità della deportazione degli ebrei. Fonte del documento sotto riportato: ACTES ET DOCUMENTS DU SAINT SIỀGE RELATIFS Ầ LA SECONDE GUERRE MONDIALE Vol. 9 n.324. 324. Le délégué apostolique à Istanbul Roncalli au cardinal Maglione Rap. Nr. 4344 (A.E.S. 6077/43. orig.) Instanbul, 4 septembre 1943 Demande d’une démarche en faveur des Juifs Italiens; doutes du Délégué sur l’utilité d’une immigration en Palestine. Faccio seguito al mio devoto rapporto n. 4332 in data 20 agosto u.s. trasmettendo altre domande che mi vengono sottoposte a favore di israeliti. La seconda di queste intende ad ottenere l'intervento della Santa Sede perché sia facilitata l'uscita di numerosi ebrei dal territorio italiano: e modifica le altre già fatte nelle mie note precedenti ai numeri 1, 3, 4, 5. Confesso che questo convogliare, proprio la Santa Sede, gli ebrei verso la Palestina, quasi alla ricostruzione del regno ebraico, incominciando al farli uscire d'Italia, mi suscita qualche incertezza nello spirito. Che ciò facciano i loro connazionali ed i loro amici politici lo si comprende. Ma non mi pare di buon gusto che proprio l'esercizio semplice ed elevato della carità della Santa Sede possa offrire l'occasione o la parvenza a che si riconosca in esso una tal quale cooperazione almeno iniziale e indiretta, alla realizzazione del sogno messianico. Tutto questo però non è forse che uno scrupolo mio personale che basta aver confessato perché sia disperso. Tanto e tanto è ben certo che la ricostruzione del regno di Giuda e di Israele non è che un'utopia. Da: ACTES ET DOCUMENTS DU SAINT SIỀGE RELATIFS Ầ LA SECONDE GUERRE MONDIALE Vol. 9 n.324, nel database G92db di Gherush92. |
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