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LA SOFFERENZA DEGLI ANIMALI NEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI NON SI RIMUOVE CON UN ENNESIMO ATTACCO ALLA DIVERSITA'

Data: 2022-05-08
Autore: Gherush92

Ripubblichiamo un articolo del 2018 di Gherush92 per rispondere a un gruppo di giuristi, docenti universitari e veterinari che, a seguito di un ricerca pubblicata da Animal Law Italia ETS (ALI), lancia in questi giorni un nuovo appello alle istituzioni italiane per rendere obbligatorio il ricorso allo stordimento nella macellazione rituale.

Gherush92 Comitato per i Diritti Umani

***

ANIMALISTI PER CASO

Violano i diritti umani per difendere gli interessi dei macellai

Vietano la macellazione rituale e non vietano gli allevamenti intensivi. Vergogna! Condanniamo con forza i tre disegni di legge, presentati alla Camera e al Senato, che vietano la macellazione secondo le regole ebraiche e islamiche non preceduta da un intervento di stordimento dell’animale. Cancellando le deroghe concesse dalla legge italiana sulla macellazione, i suddetti disegni di legge sono una violazione dei Diritti Umani, che includono diritti degli animali e diritti alle norme tradizionali.

Spacciati come provvedimenti in difesa degli animali, invocati e appoggiati con clamore da numerose organizzazioni animaliste che lanciano appelli popolari contro la macellazione rituale, le suddette proposte concentrano, con argomentazioni pretestuose e faziose, la propria preoccupazione al tipo di macellazione e non sul sistema intensivo di produzione.

Allevamenti e macelli industriali moderni, che somigliano a campi di concentramento e di sterminio nei quali esseri viventi soffrono pene inaudite, sembrano non osservare né le norme etiche civili, né le norme ebraiche né quelle islamiche che prescrivono benessere e rispetto verso gli animali.

Negli impianti industriali (che includono allevamenti, trasporti e macelli intensivi) la sofferenza degli animali riguarda la loro intera esistenza, non è un elemento parziale o trascurabile, accidentale o marginale, ma una realtà progettata, organizzata e perpetrata su scala industriale, cioè moltiplicata per miliardi di esseri viventi. La condizione degli animali è sottoposta, ad esempio, a:

Spazi vitali angusti e sovraffollamenti; Scarsa qualità di aria, acqua e cibo; Condizioni di igiene precarie; Stravolgimenti del ciclo biologico (sonno, veglia, ciclo alimentare e riproduttivo); Sistemi di riproduzione artificiale e forzata e castrazione; Svezzamenti prematuri e separazione forzata dei figli dalle madri; Sistemi di ingrassaggio e/o digiuno forzato (es. somministrazione massiccia di medicinali per favorire artificialmente la crescita); Manipolazioni genetiche; Comportamenti aggressivi indotti da metodi forzati di allevamenti; Alterazione delle gerarchie sociali; Mutilazioni preventive (senza anestesie); Selezione ed eliminazione degli esuberi, uccisi in massa con metodi aberranti; Alterazione irreversibile dello stato fisico e psichico dell’animale che vive in cattività, in condizioni estreme e solo per essere ammazzato; Ferite, piaghe e malattie indotte dai metodi innaturali di allevamento e patologie congenite; Condizioni crudeli di trasporto; Macellazioni incessanti e precoci.

Gli allevamenti intensivi industriali pongono, inoltre, gravi problemi di inquinamento ambientale e sulla salute degli uomini, ad esempio:

Sfruttamento di vaste aree agricole destinate alla produzione di mangime (circa 2/3 dei terreni agricoli mondiali); Consumo di pesanti quantitativi di acqua ed energia; Abuso di fertilizzanti e pesticidi resi necessari dalle monocolture agricole destinate alla produzione di mangime; Produzione di enormi quantità di rifiuti (deiezioni) responsabili dell’inquinamento delle falde acquifere e di gas responsabili dell’effetto serra; Riduzione della biodiversità.

A fronte degli enormi problemi che derivano dai sistemi industriali di produzione di carne, andrebbero riconsiderati con attenzione gli aspetti pregiudizievoli e arbitrari di chi si batte esclusivamente contro il tipo di macellazione kosher e halal, basandosi su studi incompleti e faziosi, dati emozionali pretestuosi.

Ci domandiamo, quali interessi perseguono parlamentari e animalisti con proposte demagogiche che hanno come unico effetto di discriminare le comunità ebraica e islamica in Italia? Perché si vogliono vietare pratiche di macellazione tradizionali eseguite da gruppi minoritari trascurando, ad arte, il nocciolo del problema della sofferenza degli animali e il cuore degli interessi di produttori di carne che sono allevamenti, trasporti e macelli intensivi?

Nella discriminazione di una parte minoritaria, additata come barbara e primitiva, intravediamo la difesa degli interessi di quella maggioritaria “civile” e “cristiana”, e cioè l’enorme business dei produttori di carne che cresce sulle spalle di animali allevati con metodi intensivi.

Su un argomento così delicato come il cibo, la discussione rimanga aperta fino che non si arrivi a qualche conclusione, verificata e accettata da tutte le parti in causa. D’altra parte, le regole ebraiche ed islamiche sono un sistema giuridico che non è possibile modificare; pertanto la legge proposta appare come un attacco frontale alla diversità, si basa sulla limitazione dei diritti umani per alcune componenti, e, per questo, sarebbe senz’altro da evitare in nome di un incontro fra i popoli. In tempi passati, d’altra parte, durante il nazismo e l’inquisizione, sono state promosse le stesse leggi contro Ebrei e Musulmani con i risultati che conosciamo.

Chiediamo che il progetto di legge che vieta la macellazione ebraica e islamica sia subito ritirato e che si vieti il consumo di carni provenienti da impianti intensivi, vera e continua fonte di sofferenza per milioni di esseri viventi.

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