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GHERUSH92 AVEVA RAGIONE, IL FUTURO E' SENZA CARNE

Data: 2019-06-20
Autore: Gherush92 Committee for Human Rights

Una crescente sensibilità verso l’ambiente spinge al ribasso il consumo di prodotti di origine animale. Il declino è prossimo e l’industria è a lavoro per fornire prodotti alternativi. La “non carne” del futuro sarà di origine vegetale. In soli vent’anni almeno il 60% della carne consumata nel mondo non comporterà uccisione né macellazione di animali e almeno il 25% di chi consuma carne oggi, la abbandonerà (studio a cura della società A.T. Kearney).

Il passaggio a stili di vita flexitariani, vegetariani e vegani è innegabile. La scelta veg è in così forte crescita, che i colossi del hamburger, i re della carne, invertono la rotta e investono nel mondo vegetale. Non è un caso che l'ultima stella di Wall Street sia una società che produce cibo vegetariano che imita per aspetto, consistenza e sapore la carne.

Altri fatti registrano la medesima tendenza. Una letteratura sterminata dimostra che il consumo di carne è insostenibile, dato che la produzione a livello intensivo ha effetti devastanti sull’ambiente, sulla salute degli uomini e sugli animali. Recenti studi affermano che gli animali concentrati in enormi numeri, sono anche la causa di un'alta percentuale di emissioni globali di gas serra con conseguenza sui cambiamenti climatici. Gravi maltrattamenti negli allevamenti intensivi sono quotidianamente denunciati con immagini e riprese choc, insieme all’uso scriteriato di ormoni e antibiotici. Mobilitazioni popolari, petizioni e manifestazioni nelle pubbliche piazze contro gli allevamenti intensivi sostengono modelli di produzione più ecologici. Una mensa 100% vegan apre all’Università di Berlino. Una proposta di legge vuole mense vegane e vegetariane nelle scuole pubbliche in Italia. Le banconote da 100 e 200 euro in fibra di cotone sostituiscono il vecchio taglio protetto con il sego (grasso animale). …

A tutti è evidente l’interesse crescente anche nelle comunità ebraiche di tutto il mondo verso vegetarianismo e veganesimo. L’impiego di grandi quantità di prodotti d’origine animale desta preoccupazione insieme a pesanti interrogativi su ambiente, benessere animale, salute, kasherut. La transizione verso diete a base di frutti della terra si sta diffondendo rapidamente fino a divenire “virale”. Tel Aviv è la città più vegana al mondo. Decine e decine di rabbini, da ogni parte del mondo, esortano gli Ebrei a passare a una dieta a base di vegetali, sostenendo che tza'ar ba'alei chayim, non provocare dolore a una creatura vivente, principio centrale della tradizione ebraica, viene violato ogni volta che si mangia qualcosa che sappiamo essere stato allevato negli allevamenti industriali e perciò soggetto a trattamenti crudeli.

A dispetto di tutto ciò, negli ultimi anni kosher è diventato impropriamente un simbolo di qualità e, come conseguenza, il mercato kosher dei prodotti di carne si è vertiginosamente espanso anche ai non ebrei. E’ il caso che gli ebrei s’interroghino su tutto ciò: gli allevamenti industriali, nei quali vivono anche gli animali destinati all’alimentazione kasher, questi subiscono, senza scampo, sofferenze e crudeltà inenarrabili, per motivi estranei ai precetti ebraici e ai riconosciuti principi etici.

Gherush92 aveva e ha ragione, il futuro del pianeta è senza carne. Ma non basta fidarsi di tendenze, percentuali, stime, intenzioni e sogni, rilevanti sì, ma soggetti ai capricci individuali e all’oscillazione del mercato. Il benessere ambientale è una questione collettiva da gestire con regole comuni, come ci insegna e ci ordina la Torà. In prossimità della Venuta del Mashi’ah, chiediamo con forza una nuova halachà, una nuova legge che vieti di mangiare la carne di animali allevati in modo industriale.

LEGGETE IL LIBRO "IL MAIALE E' IL NOSTRO MAESTRO. Animali ed Ebrei un rapporto lacerato" di Valentina Sereni e Delfina Piu

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