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ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA NELLA GRANDE GUERRA PATRIOTTICA

Cimitero Maggiore, Milano Lunedi, 09/05/2016 ore 10.30

Data: 2016-05-05
Autore: Pietro Kuciukian Consolato onorario della Repubblica d’ Armenia Milano

Invito alle celebrazioni del 70° anniversario della Vittoria nella grande guerra patriottica che ha visto la conquista della pace grazie all’eroismo di tanti uomini e donne sovietici, tra i quali si annoverano anche molti patrioti armeni.

L’attacco a sorpresa del 21 giugno 1941, denominato “Piano Barbarossa”, travolse la resistenza sovietica,ma fu anche l’epopea della Resistenza e del sacrificio dei popoli dell’URSS. La “Grande Guerra Patria”fu condotta sotto la spinta di un acceso amor di patria e con un eccezionale sacrificio. Il trasferimento delle fabbriche e dei comandi al di là del Volga, il coraggio e la volontà dei combattenti di tutte le etnie dell’URSS, permise il passaggio dalla difensiva all’offensiva. Simbolo di tale realtà fu la storica vittoria di Stalingrado e con le battaglie dell’autunno 1944 fu portata a termine la liberazione di tutto il territorio dell’URSS. La partecipazione dell’Armenia Sovietica fu immediata e sostenuta da forti motivazioni: oltre alla determinazione a resistere al nazismo si aggiungeva il fatto che gli armeni avevano subito il genocidio del 1915 perpetrato dai Giovani Turchi alleati della Germania. L’Armenia ha inviato in guerra 600.000 uomini, 5 divisioni di fanteria, 4 marescialli, 60 generali. Fra i personaggi che più si sono distinti vi sono gli armeni del Nagorno Karabagh: Il maresciallo HOVANNES BAGHRAMIAN , il comandante in capo di truppe corazzate, HAMAZASP BABAJANYAN, il comandante di compagnia, ordine della Stella Rossa, RUBEN BAGIRYAN.Circa 300.000 militari armeni, sono deceduti nella difesa dell’Unione Sovietica.

Ma gli armeni hanno combattuto il nazismo anche all’estero, fuori dai confini dell’URSS. In Francia divenne ed è tuttora famosa la vicenda dell’Affiche Rouge (il Manifesto Rosso) che ha tappezzato l’intera Parigi in occasione dell’esecuzione di 23 resistenti del gruppo Franchi Tiratori Partigiani- Mano d’opera Immigrata (FTP-MOI) detto Gruppo Manouchian , comandato da Missak Manouchian che in 18 mesi compiono 229 azioni contro i nazisti occupanti, fra le quali famosa l’uccisione del generale SS Julius Ritter. Del gruppo facevano parte, oltre agli armeni, spagnoli, ungheresi, italiani, polacchi, francesi ed ebrei. Arrestati e condannati a morte nel 1944, furono fucilati nel forte Mont Valerien, mentre l’unica donna del gruppo viene decapitata a Stoccarda. Missak Manouchian invia alla moglie prima dell’esecuzione una lettera che servirà di ispirazione al poeta Louis Aragon, un’indimenticabile poesia cantata poi da Leo Ferè. Il regista Robert Guediguian narra le vicende dell’Affiche Rouge nel film “L’Arme du crime”, tradotto e proiettato anche in Italia. Nel 20esimo arrondissement di Parigi una via porta il nome “Rue Du Groupe Manouchian”.

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