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“NON MANGIATE GLI ANIMALI CHE SOFFRONO” Appunti per uno studio sul tema

La Venuta del Mashi’ah

Date: 2012-04-01
Author: Gherush92

1 - Il korban può essere sostituito. La festa di Pesach è connessa sia agli animali che ai vegetali: l’eliminazione del chametz, la matzà, il maror e il korban pesach. Con questi elementi si esce d’obbligo dalla mitzvà di Pesach. Matzà, maror e korban sono sulla tavola del seder.

Per la descrizione delle regole del seder “… Gli portano davanti la matzà, la lattuga, il charosset e due cucinati. …”(mishnà Pesachim 10,3)[1]. Spiega il Keati che i cibi cucinati sono un ricordo del korban pesach e del korban chaghigà. Nella discussione relativa a questa mishnà il Talmud domanda (TB Pesachim 114b): in cosa consistono questi due cibi cucinati? E Rav Huna dice: barbabietola e riso. Nel piatto del seder il korban, dunque, può essere sostituito con dei vegetali e, benché oggi si usi mettere la zampa, essa rappresenta solo il simbolo del korban perché al suo posto si mangia l’afikomen. Dalla distruzione del Bet Hamikdash tutti i korbanot sono stati sostituiti con la teffillà e Rambam dice che la Torah ci spiega che, se noi non compiamo i sacrifici, non facciamo alcun peccato (Morè Nevuchim 3,46) [2].

E’ possibile immaginare che tutto ciò che fu sostituito poi, poteva essere sostituito durante o prima? Se la possibilità di sostituzione non fosse stata ammissibile in nessun caso, allora in seguito alla perdita del Bet Hamikdash non sarebbe stato possibile sostituire i korbanot con la tefillà. Questa riflessione pone la questione generale sulla necessità di uccidere gli animali per nostro uso.

2 - Purità e integrità dei korbanot. La Torah dice a proposito del korban pesach: “Dovrete avere un agnello integro, … (Shemot 12,5-7) [3]. La mishnà dice a proposito del korban: “… Colui che rompe l’osso di un pesach puro è passibile di quaranta fustigazioni …” (Pesachim 7,11)

3 - Il korban è puro/tahor. Che l’animale dedicato al korban deve essere puro/tahor è comandato per la prima volta a Noach (Bereshit 7,2-3)[4]. All’uscita dall’arca Noach stesso presenta korbanot di animali puri (Bereshit 8,20)[5]. Mentre prima gli uomini erano vegetariani, contestualmente all’atto di Noach di sacrificare animali puri, il Signore concede il permesso di mangiare gli animali, ma con precise limitazioni (Bereshit 9,3-4)[6]. Dalla mitzvà del “ever min hachai” data agli uomini si deducono numerose mitzvot sul trattamento degli animali in vita, nel senso del rispetto e della cura.

4 - Il korban è integro. La proibizione di offrire animali con difetti si trova nella Torah in Vaikrà 22,17-25 [7]. Rambam nel Mishnè Torah, specifica una serie di difetti fisici che rendono l’animale invalido (Sefer Havodà, Bet Hamikdash cap.7), che possono essere provocati dall’uomo a causa del maltrattamento[8]. Sempre Rambam spiega che colui che determina un difetto in un animale sacrificale è passibile di frustate e, per quanto riguarda un sacrificio, "non deve avere qualche difetto”, secondo la tradizione orale, è un monito a non causarlo." (Sefer Havodà, Issure Mizbeach, Halachà 7)[9]

Subito dopo la proibizione di sacrificare gli animali che presentano difetti, la Torah vieta di separare la madre dal piccolo prima dell’ottavo giorno e di scannare il piccolo davanti alla madre (Vaikrà 22,26-28)[10]. Rambam (Morèh Nevuchim 3,48) spiega che in queste circostanze il dolore degli animali è molto grande e non vi è differenza tra il dolore umano e quello delle altre creature[11]. Ancora Rambam, osserva che un animale è invalido anche se è stato spaventato dall’uomo (Sefer Kedushà, Shechità cap. 8, Halacha 9) [12].

5 - Ciò che è consacrato a Dio deve essere puro/tahor e integro/tamim. La sofferenza fisica (mutilazioni, fratture, schiacciamenti, etc.) e psichica (dolore e paure indotte dall’uomo) sono accostate nel testo, quindi equivalenti: gli animali non devono aver subito maltrattamenti di nessun tipo, né fisici né morali. Queste sono parte delle mitzvot relative ai korbanot.

6 - Purità e integrità del korban oggi sono sulla tavola? Sembrerebbe che dalle limitazioni relative all’altare oggi si deduce un atteggiamento rigoroso da tenere sulla tavola “Rabbi Jochannan e Rabi Eleazar dicevano «Quando esisteva il Santuario l’altare espiava le colpe di Isrele; ora è la tavola dell’uomo che espia le sue colpe»” (TBerachot 55a).

La Torah ci insegna che mangiare carne è un desiderio ma non una mitzvà[13] (Devarim 12, 20). Mangiare la carne può essere intesa come una violenza, tanto è vero che il mangiare carne fuori da un sacrificio e dal mishkan era considerato spargimento di sangue e punito con la pena di morte [14] (Vaikrà 17,2-5). Rav Cook ha considerato che il desiderio della gente per la carne è una manifestazione di lussuria piuttosto che un bisogno.

Il maltrattamento degli animali e gli allevamenti intensivi provocano disastri ambientali. Nei giorni del Massiah si tornerà ad essere vegetariani (Isaia 11, 6-9)[15], “l’effetto della conoscenza si estenderà anche agli animali … i sacrifici nel tempio saranno vegetali e saranno graditi a Dio come nei tempi antichi” (Olat h’araià). E ancora: “Quello che è stato è quello che sarà e quello che è stato fatto è quello che sarà fatto e non c’è niente di nuovo sotto il sole” (Kohelet 1,9).

Il Massiah sarà vegetariano e si ritornerà nella condizione di armonia del creato, come in origine (Bereshit, 1, 29-31)[16]. Per accelerare la venuta del Massiach è bene non mangiare gli animali che soffrono per causa dell’uomo.

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